Yann Mingard: diagnosi fotografica della contemporaneità

Intervista

"Ci troviamo di fronte alla prima grande rivoluzione che l'essere umano deve affrontare." - Yann Mingard

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Il progetto "Everything is up in the air, thus our vertigo" è stato concepito dal fotografo svizzero Yann Mingard tra il 2015 e il 2018. Segna una nuova evoluzione dell'interesse dell'artista nella creazione di una "diagnosi fotografica della contemporaneità", in relazione a fenomeni naturali, tecnologici e sociali e al loro impatto sul nostro stato mentale attuale e su quello del mondo in generale. La mostra riflette l'impegno costante e il sostegno de Photo Elysée verso gli artisti svizzeri emergenti o già avanzati nella loro carriera, come nel caso di Nicolas Savary e Matthias Bruggmann. È anche una prima in Europa.

Yann Mingard, che vive a Colombier e si è formato come orticoltore, trae ispirazione da concetti e metodi presi in prestito dalla geologia, come sedimentazione e stratificazione. Genera metafore che richiamano il paradosso o la distopia, simili a situazioni che riescono a combinare fenomeni con temporalità diverse, teletrasportando l'osservatore dall'istante presente al nostro passato preistorico. Ciò è illustrato, ad esempio, in un sotto-capitolo in cui l'artista esplora il paesaggio mediatico attuale e la storia dell'arte, sovrapponendo immagini scattate, tramite webcam, dei cieli metropolitani cinesi a frammenti di cieli dipinti da William Turner nel XIX secolo.

Questi doppi movimenti, sia nel tempo che nello spazio, sono stati ispirati dal lavoro di un climatologo che ha studiato a lungo il cambiamento climatico attraverso prove visive fornite da un gran numero di dipinti storici. Unendo uno stile fotografico piuttosto oscuro nei suoi still life e paesaggi a documenti e registrazioni provenienti da varie fonti, Yann Mingard crea un itinerario visivo sinottico in otto capitoli. Accanto si trovano scenari di quasi incidenti nucleari, tentativi di resurrezione del mammut lanoso e l'evoluzione, o più precisamente l'inversione, di una preghiera cattolica che risale al 1678 e viene utilizzata nella regione di Aletsch per preservare il suo ghiacciaio.

Il contesto globale e i tempi geologici in cui si verificano il cambiamento climatico e l'Antropocene – anche chiamata la Grande Accelerazione –, dove l'attività umana ha assunto una portata planetaria, sono qui messi in scena come capitoli secondari a volte assurdi, propri di un luogo e di un momento storico particolare. Alla fine, la mostra ci invita a riflettere sul nostro ruolo e sulle nostre posizioni come cittadini e consumatori, in un mondo che sembra sempre più alla deriva e preso dal vertigine di fronte al destino che sarà il nostro come rete planetaria di attori umani e non umani.

Mostra

L'esposizione Yann Mingard. Everything is up in the air, thus our vertigo è stata presentata presso Photo Elysée dal 29 maggio al 25 agosto 2019.

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