Yann Mingard, che vive a Colombier e si è formato come orticoltore, trae ispirazione da concetti e metodi presi in prestito dalla geologia, come sedimentazione e stratificazione. Genera metafore che richiamano il paradosso o la distopia, simili a situazioni che riescono a combinare fenomeni con temporalità diverse, teletrasportando l'osservatore dall'istante presente al nostro passato preistorico. Ciò è illustrato, ad esempio, in un sotto-capitolo in cui l'artista esplora il paesaggio mediatico attuale e la storia dell'arte, sovrapponendo immagini scattate, tramite webcam, dei cieli metropolitani cinesi a frammenti di cieli dipinti da William Turner nel XIX secolo.
Questi doppi movimenti, sia nel tempo che nello spazio, sono stati ispirati dal lavoro di un climatologo che ha studiato a lungo il cambiamento climatico attraverso prove visive fornite da un gran numero di dipinti storici. Unendo uno stile fotografico piuttosto oscuro nei suoi still life e paesaggi a documenti e registrazioni provenienti da varie fonti, Yann Mingard crea un itinerario visivo sinottico in otto capitoli. Accanto si trovano scenari di quasi incidenti nucleari, tentativi di resurrezione del mammut lanoso e l'evoluzione, o più precisamente l'inversione, di una preghiera cattolica che risale al 1678 e viene utilizzata nella regione di Aletsch per preservare il suo ghiacciaio.